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Il processo Arras di Cargeghe, cronaca di un tentato uxoricidio

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a cura di Giuseppe Ruiu



Copertina eBook


Presentazione

Il documento raccoglie parte di alcune cronache giornalistiche, recuperate e fedelmente riportate dal curatore nel corso di un lavoro di ricerca, apparse tra le colonne del quotidiano "La Nuova Sardegna" nell’anno 1913, e inerenti un processo per tentato uxoricidio.

La vicenda all’epoca ebbe ampia eco; verificatasi a Cargeghe (ss) nel 1911, si dipana attraverso le deposizioni dei vari testimoni nel corso del processo nei confronti dell’imputata Maria Arras che attentò alla vita del coniuge Angelo Chirra con numerosi colpi di revolver. I testimoni, in gran parte abitanti del paese, divisi da questioni “politiche”, mettono in piazza fatti e misfatti, seri ma più spesso semiseri, del piccolo centro alle porte del capoluogo.


Emerge altresì lo spaccato di una Sardegna inedita di inizio XX secolo, un’interessante quadro di vita sociale sovente lontano dai soliti cliché e stereotipi legati all’isola tra ottocento e novecento.

*

Estratto


CORTE DI ASSISE DI SASSARI

Il mancato uxoricidio di Cargeghe

Domani comincerà dinanzi alla corte di assise il pubblico dibattimento contro Maria Grazia Arras, imputata di mancato omicidio in persona del marito Angelo Chirra e del figlio Antonio.
Del fatto si occupò largamente il nostro giornale; tuttavia ricordiamo le circostanze principali prima del dibattimento, del quale daremo un largo resoconto.

I precedenti

Dagli atti dell’istruttoria risulta che il matrimonio dell’Arras col Chirra non ebbe il pieno assenso di lei, che dovette però piegare alla volontà dei genitori.
Non ostante la nascita di quattro figli fra i coniugi si manifestò una tale incompatibilità di carattere da condurli ad una completa separazione di fatto. Pare che l’Arras intendesse iniziare le pratiche per la separazione legale, ma che fosse dissuasa dal consiglio di avvocati.
Allora l’Arras accarezzo l’idea di disfarsi del marito ed acquistò per questo due rivoltelle.
Una settimana prima del delitto fu ospite del Chirra certo Taras Bernardino di Ozieri. Nella mattina della partenza l’Arras si alzò per preparare all’ospite il caffè e il Chirra, accorgendosi di ciò, credette vedere nelle premure della moglie un atto di infedeltà coniugale e la ingiuriò, cacciando di casa il Taras.
L’Arras protestò la sua innocenza.

Il delitto

Il 4 dicembre 1911 nessun fatto nuovo, dopo questo, era venuto a turbare l’apparente calma dei due coniugi. Il Chirra e il figlio Antonio, quattordicenne, pranzavano e la Arras andava e veniva dalla cucina per servirli.
Improvvisamente, fattasi alle spalle del marito scaricò a bruciapelo contro di lui sei colpi di rivoltella, in direzione del collo e della testa, allontanandosi subito dopo dalla stanza. Il Chirra si rovesciò sulla sedia, ferito gravemente, indi, sostenuto dal figlio, si accostò alla finestra, invocando soccorso. Intanto l’Arras, che aveva ricaricato la rivoltella, rientrò nella stanza da pranzo, ed esplose in direzione del marito altri sei colpi, due dei quali ferirono il figlio.
Quindi l’Arras, uscita di casa, si avviò verso la stazione di Campomela con l’intenzione di recarsi a Sassari e costituirsi. Ma raggiunta dai carabinieri, fu dichiarata in arresto.

I feriti

Il Chirra Angelo riportò sette ferite delle quali tre alla testa, una all’avambraccio sinistro, una nella regione ascellare sinistra, ed una nel margine inferiore e posteriore della scapola sinistra.
Queste ferite produssero pericolo di vita e guarirono in oltre venti giorni, con possibilità di ulteriori conseguenze, perché non fu possibile estrarre i proiettili dalla scatola cranica.
Il Chirra Antonio ebbe due ferite al braccio sinistro ed alla gamba destra e guarì in venti giorni.

L’atto di accusa

La sezione d’accusa rinvia Arras Maria Grazia, maritata Chirra, d’anni 42, nata a Ploaghe, al giudizio delle assise per rispondere:
a) Di mancato omicidio volontario qualificato ai sensi degli art.62 364, 365 n.1 e 366 n.2 del codice penale per avere in Cargeghe, con premeditazione ed al fine di uccidere, esplodendo dodici colpi di rivoltella contro il proprio marito Angelo Chirra, cagionandogli molteplici e gravissime lesioni, e conseguenti malattie, con pericolo di vita, per oltre venti giorni, compiendo così quanto era necessario alla consumazione del delitto, il quale non avvenne per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
b) Di mancato omicidio volontario qualificato ai sensi dei su indicati articoli del codice penale per avere nella stessa circostanza di tempo e di luogo nello esplodere numerosi colpi di rivoltella contro il proprio marito Angelo Chirra, con
premeditazione e a fine di ucciderlo, colpito, per errore il proprio figlio Antonio cagionandogli diverse lesioni e conseguente malattia durato venti giorni, compiendo così quanto era necessario per la consumazione del delitto, il quale non avvenne per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
Inoltre al titolo c, di duplice contravvenzione alle leggi sul porto d’armi, per aver portato in Cargeghe e altrove, fuori dalla propria abitazione, due rivoltelle.

Il dibattimento

Il dibattimento occuperà 5 udienze e sarà pieno di interesse per il numero dei testimoni e per le circostanze che potranno emergere.
La Corte è così composta: presidente Marcialis; P.M. Azara; cancelliere Falchi; rappresentante la parte civile avv. Berlinguer e Sardella, difesa avv. Vincetelli, Nieddu e Castiglia.
Sono citati complessivamente 40 testimoni d’accusa, fra i quali il segretario Giovanni Battista Murtula, l’avv. Sole e l’armaiolo Codias, il prof. Soro Delitala, il dott. Figurelli ed altri.

CRONACA GIUDIZIARIA 

CORTE DI ASSISE DI SASSARI

Il processo di Cargeghe

L’attesa per l’inizio delle udienze nell’interessante dibattimento contro Maria Arras, accusata di mancato omicidio era vivissima.
Erano già presenti nella sede della Corte d’assise molti testimoni, giurati, avvocati. Ma non essendo terminato il dibattimento che procedeva in ruolo, un’ordinanza del presidente rinviò a domani l’apertura del dibattimento.
Da Cargeghe e dai comuni vicini sono giunti molti parenti ed amici delle parti, per assistere alle udienze. Anche la cittadinanza si appassiona vivamente al processo del quale, come abbiamo detto, faremo un ampio resoconto.

***

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